martedì 17 marzo 2009

Giornata della Memoria - 21 marzo

La lotta contro la mafia

Premessa

"Un mafioso è uno che lucra per avere prestigio e poi goderne in tutti i settori. E chi lucra è pure capace di uccidere. E, prima di uccidere, intendo assassinio anche come morte civile, è pure capace di usare espressioni come: 'paternalmente, affettuosamente ti consiglio...'.

( ... ) Nelle stesse pieghe delle amministrazioni locali e statali sono, con molta probabilità, inseriti elementi legati al fenomeno mafioso e il loro mimetismo non solo garantisce il proseguimento del successo dell'illecito ma contribuisce anche a quel 'prestigio' su cui il mafioso deve poter contare in ogni sede".

(da un'intervista del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Epoca nel 1982)

"Il giovane che poi sarebbe stato conosciuto come il pentito Antonino Calderone, era il nipote di un importante capomafia catanese morto nel 1960 in un ospedale di Milano, era cresciuto nell'ambiente di Cosa Nostra ed era candidato all'affiliazione. Durante una visita allo zio malato, cui era molto legato, Antonino si vede indicare una rosa. "Vedi quella rosa sul davanzale della finestra?" - gli dice con voce affaticata lo zio che ben sapeva della sua candidatura - "E' bella, molto bella, ma se la prendi, ti punge". Silenzio. Poi: "Sapessi come è bello addormentarsi senza il timore di essere svegliato brutalmente nel cuore della notte. E camminare per strada senza doversi continuamente voltate per paura di ricevere un colpo alla schiena".

(dalle memorie del giudice Falcone in Cose di Cosa Nostra).

Storie vecchie, storie nuove di mafia e di soldi, di morti ammazzati e di corone di fiori secche, di brillanti blitz e di processi a bolla di sapone, di roboanti indignazioni e di silenziosa indifferenza, di arroganza e di senso dello stato. Il percorso dei Carabinieri nella loro più che centenaria storia si è sempre imbattuto nelle profonde contraddizioni italiane tra cui quelle riassunte nelle tre parole: mafia, camorra, n'drangheta.

2 commenti:

enzo carrubba ha detto...

a proposito di vittime della mafia va ricordato che tra queste è stato annoverato il nostro compaesano Giovanni Savarino. riporto di seguito alcune informazioni suggeritemi da un amico:
Giovanni Savarino, dirigente della Cgil e del PCI di Joppolo è stato gravemente ferito in un attentato a Joppolo e salvato dal dott. Lino. Erroneamente, Santino nel suo libro lo inserisce nella lista delle vittime decedute per mafia. Comunque sia, Giovanni Savarino e' stato un dirigente sindacale coraggioso che ha rischiato di pagare con la vita il suo impegno a favore della riforma agraria e della causa dei lavoratori joppolesi. E' stato un uomo di cui possiamo andar fieri.

credo che i cittadini abbiamo tanto da ricordare, tanta memoria dimenticata che se portata al cuore ci aiuterebbe a sentirci non solo fieri, ma orgogliosi di essere joppolesi.

Anonimo ha detto...

La lotta alla mafia deve essere un atto quasi istintivo da parte di tutti, una forza di ribellione ferma. La mafia tutto quello che tocca distrugge, perchè ove esistono gruppi organizzati malavitosi, rendono il paese di delizia in desolazione. Quello che è piacere intenso, godimento dei sensi e dello spirito, lo trasformano e diventa condizione di rovina, abbandono, squallore, senza apparente possinilità di ripresa. Le città vengono ridotte in desolazione, abbandono indicibile, in una sistuazione di estrema rovina igienica e sanitaria. Purtoppo tutta questa situazione è dovuta ai cumuli di immondizia presenti ad ogni angolo della strada e a roghi di rifiuti di ogni specie, che esalano sostanze tossiche, inquinando l'aria. E' un continuo attentato alla salute dei cittadini. Quantunque le autorità preposte abbiano prefuso impegno, emanando provvedimenti urgenti, non sono state in grado di risolvere ancora situazioni allarmanti e precarie, in tempi accettabili, perchè in tutto questo squallore c'è chi gode e si arricchisce sempre più. Putroppo è attuale la constatazione del profeta Isaia 3:24 "invece del profumo, cè fetore". La regia di tutta questa desolazione diffusa, viene racchiusa in una sola parola; "MAFIA"!!! La lotta costante a questa piovra gigante, va fatta nel ricordo, certamente di chi ha sacrificato la propria vita, ma dobbiamo ogni istante ricordare a noi stessi di non accettare passivamente gli atteggiamenti di arroganza, ricatto, sopraffazione dei "mafiosi" e ribellarci per non dovere poi arrossire dalla vergogna di fronte ai nostri figli, per non avere fatto nulla per cambiare e rendere più vivibili le nostre città.