lunedì 27 luglio 2009

Morti sulle strade! di Agostino Spataro

Ma quanti morti e feriti servono affinché chi di dovere prenda atto, e all'uopo provveda, della grave emergenza della (in) sicurezza sulle strade, anche cittadine?

Non è accettabile che in un paese civile debbano morire, ogni anno, quasi seimila cittadini (e decine di migliaia restare feriti) a causa degli incidenti stradali.

Nessuna guerra moderna, tecnologica, pur nella sua barbarie, produce nello stesso periodo una simile quantità di vittime fra i combattenti.

In Italia, invece, la "guerra" sulle strade continua a macinare migliaia di vittime innocenti. Soprattutto pedoni, forse colpevoli di non usare l'automobile, mentre sono in attesa di un bus o attraversano sulle strisce pedonali.

L'altro giorno a Mazara del Vallo quattro donne sono state ammazzate mentre prendevano il fresco davanti la porta di casa.

L'elenco potrebbe continuare, ma credo che i fatti citati bastino a rappresentare un fenomeno davvero inquietante, in gran parte dovuto al fattore umano, all'alta velocità e all'inosservanza dei codici e della segnaletica stradali.

 

In balia di conducenti "pirati", ubriachi, drogati o inadatti alla guida

E' inutile girarci intorno. Le cause sono tante, ma quelle derivanti dal fattore umano sono le principali. Ed è qui che bisogna incidere con la prevenzione ma anche con la repressione. 

La faccenda è terribilmente seria. I numeri lo confermano. A parte le vite e le famiglie distrutte, un po' tutti avvertono, netta, la sensazione di un abbandono, di un disinteresse degli organi preposti rispetto a questo allarmante stillicidio.

La gente si sente in balia di "pirati della strada", conducenti ubriachi, drogati o semplicemente impreparati alla guida.

Per altro, il problema potrebbe inasprirsi nelle prossime settimane per l'aumento del traffico vacanziero.

Eppure, a parte qualche titolo di giornale, non è scattata la molla della giusta reazione da parte dello Stato e della sua articolata amministrazione territoriale.

Tutto ciò è strano. Soprattutto in un Paese che per "salvare" una vita già spenta, come quella di Eluana Englaro, si è mobilitato al massimo livello politico e della gerarchia religiosa.

 

Conducenti con "licenza d'uccidere"

Morti e feriti (la gran parte giovani sotto i trent'anni) che gridano giustizia e soprattutto reclamano una svolta nell'azione di governo, partiti, apparati amministrativi e forze dell'ordine la cui funzione precipua è quella di tutelare la vita e il benessere di tutti i cittadini.

La questione riguarda tutti gli utenti della strada. Anche gli inermi pedoni, seicento dei quali, lo scorso anno, sono stati falciati mentre tentavano di attraversare sulle strisce zebrate.

Insomma, nessuno è più sicuro sulle strade. Anche a causa di comportamenti umani assolutamente irresponsabili, quando non criminali.

Altro che decreto- sicurezza che in questo campo non ha previsto nulla !

Sotto questo profilo, la legislazione vigente è un po' troppo permissiva e da taluni interpretata come una sorta di licenza d'uccidere. 

Tanto- si pensa- con un buon avvocato, si possono ottenere sconti di pena favolosi; le colpe sono derubricate, mitigate, annullate. Purtroppo, abbiamo avuto diverse sentenze che confermano- di fatto- questa sconsolante situazione.

 

Cambierà qualcosa con la nuova legge approvata dalla Camera?

Fra non molto- si spera- la musica potrebbe cambiare. Finalmente, la commissione trasporti della Camera ha approvato la nuova legge di revisione dei codici in senso più sanzionatorio nei confronti dei conducenti più irresponsabili e spericolati.

Di grande importanza è la sanzione a 15 anni di carcere contro chi, in stato di ebbrezza o avendo assunto droghe, provoca un incidente mortale.

Certo, nessuno si augura di mandare la gente in galera, però nemmeno è ammissibile che si possa uccidere un essere umano cavandosela con qualche anno che- in genere- nemmeno sconta.

Si poteva fare di più, ma già il testo approvato è un serio passo in avanti nella giusta direzione.

C'è da sperare che, al più presto, il Senato lo approvi in via definitiva per avere la legge in vigore già dal prossimo mese di agosto.

Oltre ad essere un deterrente importante per tutti i conducenti di veicoli e moto, la nuova legge sarà uno strumento formidabile per forze dell'ordine e magistratura per prevenire e reprimere i comportamenti anomali più pericolosi.

Credo che aiuterà anche coloro che su questo tema si attardano in speciose divagazioni sociologiche. Quelli che- per intenderci- cercano sempre "a monte" le cause mentre i morti sono "a valle".

Quelli che si appellano alla molteplicità dei fattori di rischio, alle "strade della morte", banalizzando o trascurando del tutto il fattore umano che è la principale causa degli incidenti.

 

La mala- educazione diffusa dai vari "gran premi"

La legge sembra voler correggere tale andazzo e mira ad affrontare il vero punto critico della situazione che è rappresentato, prevalentemente, dalla fascia di conducenti, specie giovani, che sulle strade, anche cittadine, corrono come disperati senza tanto preoccuparsi della vita loro e altrui.

Ovviamente non bisogna generalizzare, ma nemmeno sottovalutare questo strano comportamento probabilmente frutto di un disagio generazionale, ma anche della mala educazione diffusa dai vari "gran premi" che spinge certi giovani a sentirsi dei campioni usciti dalle scuderie di formula 1 e non dei ragazzi usciti da una scuola-guida di quartiere.

Le famiglie sembrano impotenti o remissive e talvolta orgogliose delle spericolate performances dei loro figlioli. Solo lo Stato può salvarli, e salvare la società, dai loro eccessi. Insomma, dove non si può arrivare con la prevenzione, si può arrivare con le sanzioni.

Per fare ciò non sono necessari studi particolari. Basta osservare quel che succede e intervenire.

Non spetta a noi fare proposte, ma non si può restare indifferenti di fronte ai pericoli che si corrono anche all'interno dei centri abitati dove si possono vedere ragazzini guidare senza patente, centauri regolarmente senza casco e genitori alla guida che fanno dei loro bambini un airbag.

                          

 

                                                Agostino Spataro

 

 

24 luglio 2009

 





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