venerdì 9 ottobre 2009

La Cultura Mafiosa!

da l'altro ieri ho seguito la notizia di cronaca che vi riporto da alcune fonti che cito:

7 10 2009 su agrigentonotizie:
"Le nostre chiese, Eccellenza, hanno bisogno di tanta, ma tanta attenzione. E noi gliela daremo in tutti i modi. E sono sicuro che le imprese di Favara non mancheranno. Le ditte delle famiglie Valenti e Pitruzzella certamente allungheranno la mano e io ne sono convinto". Sono le parole di don Nino Giarraputo, neo arciprete di Cattolica Eraclea, pronunciate nel corso della cerimonia del suo insediamento, avvenuto lo scorso 4 ottobre all'interno della chiesa del Rosario.Il sacerdote ha infatti voluto sottolineare all'arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, presente in quella occasione, che la chiesa da lui "diretta" avrà bisogno di più attenzione da parte di tutti, convinto che anche le imprese appartenenti alle famiglie Valenti e Pitruzzella di Favara, note già da anni alla Direzione distrettuale antimafia come "vicine" alle cosche mafiose, faranno la loro parte. Il filmato della cerimonia di insediamento di padre Giarraputo è stato pubblicato su Youtube e sul sito Cattolicaeracleaonline. Le due ditte di Favara nominate da don Giarraputo sono riconducibili a persone arrestate negli anni Ottanta e Novanta con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. Uno dei fratelli Valenti venne arrestato nel 1999 perché ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Favara. Santo Pitruzzella, titolare dell'omonima ditta, venne pure arrestato nel 1988 per mafia. Suo padre Gioacchino Pitruzzella è stato indicato come "uomo d'onore" dal pentito Antinino Calderone. Le ditte di Valenti e Pitruzzella hanno costruito a Favara la chiesa dei Santissimi apostoli Pietro e Paolo, dove don Giarraputo è stato parroco prima di essere trasferito a Cattolica Eraclea.Una vicenda che ricorda molto la "bufera" provocata dalle dichiarazioni del presidente dell'Akragas Calcio, Gioacchino Sferrazza, che dedicò una vittoria della sua squadra al presunto boss mafioso di Palma di Montechiaro, Nicola Ribisi. Per quel gesto, la Procura della Repubblica aprì un'inchiesta e tutt'ora a Sferazza è vietato entrare negli impianti sportivi.

8 10 2009 su agrigentoweb:
“Non capisco il clamore che stanno suscitando le mie parole. Ho solo ringranziato l’impresa che ha realizzato i lavori di costruzione e manutenzione nella chiesa di Favara dove sono stato prete per tre lustri”. Don Nino Giarraputo, neo arciprete di Cattolica Eraclea, spiega così il ringraziamento fatto alla ditta di Favara durante la cerimonia di insediamento, alla presenza del vescovo di Agrigento Francesco Montenegro, quale nuovo arciprete di Cattolica Eraclea. Durante la cerimonia, don Nino Giarraputo ha ricordato che “le chiese hanno bisogno di tanta attenzione e che le ditte, così come è successo a Favara, non mancheranno di dare il proprio contributo”. Il video della cerimonia è finito su Youtobe, sollevando delle polemiche visto che della ditta a cui fa riferimento l’arciprete fa parte un indagato per associazione mafiosa. La procura di Agrigento ha già aperto un’inchiesta, dopo che i carabinieri hanno inoltrato una informativa. “Si tratta di un atto dovuto – ha detto il procuratore di Agrigento Renato Di Natale – per valutare vene i fatti”. La curia di Agrigento, guidata dall’arcivescovo Francesco Montenegro, ha espresso il suo rammarico: “La chiesa – scrive la Curia – ha sempre denunciato qualsiasi mentalità mafiosa e condanna ogni azione macchiata da illegalità e criminalità. Le dichiarazioni dei singoli sacerdoti, e nel caso specifico quelle fatte da don Giarraputo, che possano prestare il fianco ad interpretazioni dubbie o suscitare scandalo in chi ascolta vengono fortemente condannate come inopportune e dannose”. La curia di Agrigento ha inoltre tenuto a precisare che “per le costruzioni di nuovi edifici di culto ci si avvale di tutte le indicazioni richieste dalla legge, esigendo dalle ditte appaltatrici il certificato antimafia rilasciato dalla Camera di Commercio”.

8 10 2009 su agrigentonotizie:
Oltre alla Chiesa, anche la Legge vuole vederci chiaro. La Procura della Repubblica di Agrigento ha infatti aperto un'inchiesta in seguito alle dichiarazioni dell'arciprete di Cattolica Eraclea, don Nino Giarraputo, il quale, durante messa di insediamento, ha detto di "essere sicuro che le ditte delle famiglie Valenti e Pitruzzella di Favara allungheranno la mano". Il sacerdote ha infatti voluto sottolineare che la chiesa da lui "diretta" avrà bisogno di più attenzione da parte di tutti, convinto che anche le imprese appartenenti alle famiglie Valenti e Pitruzzella di Favara, note già da anni alla Direzione distrettuale antimafia come "vicine" alle cosche mafiose, faranno la loro parte. "Le nostre chiese, Eccellenza, - aveva detto rivolgendosi all'arcivescovo di Agrigento - hanno bisogno di tanta, ma tanta attenzione. E noi gliela daremo in tutti i modi. E sono sicuro che le imprese di Favara non mancheranno".Le due ditte di Favara nominate da don Giarraputo sono riconducibili a persone arrestate negli anni Ottanta e Novanta con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. Uno dei fratelli Valenti venne arrestato nel 1999 perché ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Favara. Santo Pitruzzella, titolare dell'omonima ditta, venne pure arrestato nel 1988 per mafia. Suo padre, Gioacchino Pitruzzella, è stato indicato come "uomo d'onore" dal pentito Antinino Calderone. Le ditte di Valenti e Pitruzzella hanno costruito a Favara la chiesa dei Santissimi apostoli Pietro e Paolo, dove don Giarraputo è stato parroco prima di essere trasferito a Cattolica Eraclea.

DALLA CURIA: "ESPRIMIAMO RAMMARICO" - "La Chiesa agrigentina, guidata da monsignor Francesco Montenegro, esprime tutto il suo rammarico. La Chiesa - si legge in un comunicato stampa - denuncia qualsiasi mentalità mafiosa e condanna ogni azione che è macchiata da illegalità e criminalità. In questo senso si è sempre impegnata con dichiarazioni pubbliche, documenti ed impegno fattivo e formativo. Eventuali dichiarazioni, di singoli sacerdoti e, nel caso specifico quelle fatte dal sacerdote Giarraputo, che possano prestare il fianco ad interpretazioni dubbie o suscitare scandalo in chi ascolta, vengono fortemente condannate come inopportune e dannose. Si precisa inoltre che nella costruzione dei nuovi edifici di culto gli uffici preposti della Curia di Agrigento si avvalgono di tutte le indicazioni richieste dalla legge esigendo dalle ditte appaltatrici il certificato antimafia rilasciato dalla Camera di Commercio recante la dichiarazione anti-mafia in ottemperanza alla legge 31 maggio 65, numero 575 e successive modificazioni".

segue nei commenti:

12 commenti:

Anonimo ha detto...

no! la chiesa non può! non deve! Chiedere aiuto a presunti mafiosi assolutamente no. Ricordare sempre il sacrificio di don Puglisi oltre a quello dei tanti servitori dello Stato. Ma che razza di Prete è padre Giarraputo? Da quali esperienze proviene?

Anonimo ha detto...

Avete visto BAARIA? Andate a vederlo, è molto istruttivo.
Andra Camilleri

enzo carrubba ha detto...

devo dirvi che leggendo i numerosi commenti su agrigento web l'opinione che ci si può fare di don Nino è proprio quella che nasce spontanea leggendo i fatti che ho richiamato.

ovviamente quanto successo era meglio che non succedesse. comunque pensando a quanto successo pochi giorni fa ad opera dell'ex presidente dell'Akragas c'è molto da riflettere.

Anonimo ha detto...

LA SICILIA DALLA CULTURA MAFIOSA. DA BAARIA AI GIORNI NOSTRI. COSA E' CAMBIATO? COSA CAMBIERA'? BOOH

Anonimo ha detto...

Va contrastata la cultura mafiosa da qualsiasi parte provenga. bisogna stare lontani anche da quelli solo sospettati di essere mafiosi. la chiesa non può trasmettere un messaggio di subalternità nei confronti di soggetti sospettati.

Anonimo ha detto...

Il problema dei preti (non di tutti, ma di tanti) è la continua ricerca di soldi, un ci vastanu mai, e come diceva vespasiano, "non puzzano" di unni vennu vennu abbasta ca vennu.
A.C

Anonimo ha detto...

Non voglio difendere i preti,che qualcuno pensa che in quando preti sono dei santi.sono persone fatti di carne come noi,e soggetti pertanto a sbagliare.in quanto ai soldi è una menzogna dire un ci vastanu mai,perchè almeno di quelli che sono stati a joppolo,penso che non ne hanno approfittato ad eccezione di uno che ormai non ce più-pertanto concludo che la CHIESA ed i suoi preti vanno seguiti,ascoltati ,eccc.....perchè sonno la parola di DIO._

Anonimo ha detto...

non tutti i preti sono arsi pi grana. molti però lo sono. in ogni caso non possono far intendere che chiedere aiuto a certe famiglie sia giusto altrimenti diffondono tra i fedeli la cultura mafiosa. è lo stato che deve garantire gli interventi e per la chiesa, anche la comunità dei fedeli. i preti non sono santi ma devono sforzarsi di dare l'esempio. non possono dire fate quel che dico e non quello che faccio io.

Anonimo ha detto...

I preti devono condurre le anime a Dio. I preti devono "curare" i peccatori. Non diffondiamo il messaggio che la chiesa e i preti sono con i mafiosi, perchè non è giusto. Ci siamo già dimenticati del messaggio di Giovanni Paolo II al tempio della Concordia? Di Don Pino Puglisi? di don Ciotti? e si potrebbe continuare a lungo. Diciamo che è stato un incidente di percorso da parte del nuovo parroco di Cattolica Eraclea e di cui già si è pentito.

Anonimo ha detto...

senza dubbio non si vuole generalizzare per un caso sporadico. ma proprio dopo gli esempi proposti dall'anonimo delle 16,08 diventa più evidente l'errore di quello di Cattolica.

Joppolese "incavolato" ha detto...

Poche volte intervengo in questo blog. Mi ero ripromesso di non farlo più, ma l'argomento merita. Scusatemi, ma voglio fare polemica. Possibile che appena si parla del sindaco, dell'amministrazione, dello spazzino, della strada delle cooperative, dell'arco, in questo blog ci sono interventi a decine e decine, mentre appena si affronta un argomento importante come la "cultura mafiosa, gli interventi si contano nel palmo di una mano, anzi due? L'autore del blog, solo poche righe e per dire "niente". Mi dispiace, ma vi devo offendere. Siete solo "curtigliara", incapaci di affrontare argomenti seri. Vediamo se riusciamo a riscaldare gli animi e fare diventare questo blog interessante. La cultura mafiosa, a Joppolo, esiste oppure no? A Joppolo le imprese pagano il pizzo? La cultura mafiosa ci appartiene? Lasciamo perdere le cretinate ed affrontiamo il problema nel giusto modo. Scusatemi e grazie.

Anonimo ha detto...

gli argomenti hanno una valenza diversa secondo il contesto in cui maturano. è chiaro che il tema della mafia e della cultura mafiosa deve essere affrontato e bisogna porre un ostacolo a tale tipo di cultura che non è solo il pizzo delle imprese, ma è anche il chiedere la raccomandazione per un bisogno immediato a qualsiasi livello. in questo modo si diventa subalterni e soggetti di ricatto e di cultura mafiosa. I problemi che ci toccano più da vicino è normale che scaldino gli animi più della discussione sulla mafiosità. se io ho difficoltà ad andare a casa o se cè il rischio che l'arco mi cada sulla testa non siamo in presenza di cretinate, ma di problemi a cui ogni cittadino subisce gli effetti.