ma prima di soffermarci su questo evento è importante sottolineare cosa è successo il 15 aprile scorso:
Commovente scoperta: "Dopo vent'anni il corpo di don Puglisi era intatto"
Il racconto di monsignor Cuttitta, vescovo ausiliario, che ha assistito all'apertura della cassa del sacerdote - Federica Di Gloria
Ci sono cose, nella vita, di fronte alle quali la ragione si ferma. E
si interrompe il giudizio. E resta solo un'emozione difficile persino
da dire. Lo stupore, spesso. La fede, talvolta. La suggestione di un
pensiero, di un ricordo. Tutto questo rimane oggi sotto le ceneri di una
notizia che come tutte le notizie brucia in fretta, e domani sarà
probabilmente già vecchia: quella della traslazione delle spoglie di don
Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993,
nel giorno del suo 56esimo compleanno, e il cui corpo è stato
trasferito oggi nella Cattedrale di Palermo dove riposerà in attesa
della beatificazione, prevista il 25 maggio....
Vent'anni sono trascorsi dalla sua morte, eppure di quei vent'anni
non c'era traccia sul suo corpo: "Quando è stata aperta la sua cassa ci
siamo trovati davanti un corpo in ottime condizioni, quasi mummificato -
racconta monsignor Carmelo Cuttitta, vescovo ausiliare e delegato del
cardinare Paolo Romeo, che ha partecipato alle fasi della traslazione -
Non un teschio, ma un viso dai tratti perfettamente riconoscibili,
persino il colore delle mani ci ha stupito. Sembravano quelle di una
persona viva".
Insieme a una copia del Vangelo e a un'icona della Madonna, nella
cassa di don Pino Puglisi era conservata anche una rosa. Un dono
particolarmente prezioso, lasciato scivolare lì all'epoca della morte
del sacerdote da qualcuno che gli era evidentemente molto caro e che
questa mattina era presente alla traslazione. Top secret il suo nome, ma
un altro particolare commovente è emerso dal racconto di monsignor
Cuttitta: "Ci ha chiesto - ha detto il vescovo ausiliare - se la rosa
fosse ancora lì". E si, la rosa c'era ancora. Anche questo, se vogliamo,
un piccolo miracolo. Anche quel fiore così prezioso, insieme agli altri
oggetti che sono stati a contatto con la salma di padre Puglisi fino ad
oggi, può essere annoverato adesso tra le reliquie di colui che tra
poche settimane diventerà un Beato.
Ancora pochi giorni: il 25 maggio è dietro l'angolo. Molti mesi prima
di prendere l'epocale decisione di ritirarsi, Papa Ratzinger aveva
assicurato la sua presenza a Palermo, per l'occasione. Attualmente però
l'arrivo del suo successore, Papa Francesco, non è ancora in programma.
Del resto la beatificazione del sacerdote di Brancaccio sta ancora
muovendo i primi passi. Nel frattempo le spoglie di don Puglisi
riposeranno in Cattedrale: nella Cappella delle reliquie, al momento,
insieme ai resti di martiri e santi, in attesa che venga eretta a
Brancaccio la chiesa che dovrebbe ospitare il feretro in via definitiva.
La futura casa di padre Puglisi dovrebbe accogliere, in sua memoria,
anche un monumento particolare: una grande spiga di marmo. Una spiga,
si. Che evocherà il suo nome, la sua storia e la sua vita attraverso il
ricordo di un chiccho di grano (e d'amore), così piccolo eppure capace,
da solo, di fecondare la terra.
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