lunedì 23 luglio 2012

l'Acqua è pubblica!!!


Acqua pubblica, la Corte Costituzionale: liberalizzazione servizi idrici è illegittima

Sentenza che ridà forza all'esito referendario del 2011. 

L'IdV: "Parlamento rispetti decisione italiani"

 


La volontà dei cittadini non può essere ignorata. A ristabilire questo basilare principio della democrazia, è stata la Corte Costituzionale con una sentenza storica (sentenza n. 199/2012) che ha dichiarato l’illegittimità della liberalizzazione dei servizi idrici prevista dalla seconda manovra correttiva del governo Berlusconi.

La manovra berlusconiana prevedeva all’articolo 4 del D.L. 138, in data 13 agosto 2011, che gli enti sul territorio verificassero “la realizzabilità di una gestione concorrenziale dei servizi pubblici locali“, “liberalizzando tutte le attività economiche compatibilmente con le caratteristiche di universalità e accessibilità del servizio“. Ma la Suprema Corte ha detto no, giudicando incostituzionale proprio l’articolo 4 della Finanziaria-bis 2011 perché viola l’articolo 75 della Costituzione. Quello cioè che vieta il ripristino di una normativa abrogata dalla volontà popolare attraverso referendum.


Ora, con la decisione della Consulta il problema si pone anche per gli interventi successivi di Monti in perfetta continuità con il governo Berlusconi sui servizi pubblici locali, in particolare il cosiddetto ‘Cresci-Italia’ e la spending review, contenenti disposizioni che potrebbero contrastare con la decisione della Consulta. Gli italiani hanno detto no alla privatizzazione dei servizi idrici, il Parlamento deve rispettare questa decisione e noi dell’Idv che abbiamo sostenuto in maniera decisa i referendum del 2011, con anche quello sul nucleare e legittimo impedimento, non consentiremo a qualsiasi governo di calpestare la democrazia dando il via alla speculazione su beni inalienabili.
Il problema esiste e come per i semplici cittadini che rispettano le sentenze per le loro questioni personali anche il governo Monti vorremmo rispettasse la sentenza della Consulta invece di percorrere lo stesso terreno della privatizzazione del servizio idrico. Il richiamo della Consulta al rispetto dell’esito referendario è inequivocabile sia per l’acqua come bene comune inalienabile sia sul rimborso del 7%.
Questa sentenza è importante anche in vista della ripresa dopo ferragosto dei lavori Consiliari, dove in terza commissione si avrà un esito sulla mozione a firma del sindaco Maurizio Mangialardi e del presidente del Consiglio Enzo Monachesi  “Acqua bene comune – modifica statuto Multiservizi s.p.a. “.
di Stefano Canti
Italia dei Valori Senigallia

1 commento:

enzo carrubba ha detto...

Altro punto a favore dei beni comuni. La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n.138 (''Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo'') convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, quindi anche il sistema idrico integrato, su cui pochi mesi prima c'era stato il referendum. Il governo insomma avrebbe cercato di reintrodurre la normativa sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali abrogata dal referendum popolare. A fare ricorso erano state sei regioni: Puglia, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna.
Vendola e De Magistris: regione e comune vigileranno sull'applicazione dei referendum - ''La Puglia ha vinto, ma soprattutto, con la Puglia, hanno vinto la democrazia e il popolo del referendum'', è il commento del presidente Puglia, Nichi Vendola. La Corte Costituzionale, accogliendo il ricorso della Regione che aveva sollevato una questione di legittimità costituzionale degli articoli 3 e 4 del cosiddetto 'decreto di ferragosto', ''ha di fatto e sostanzialmente ripristinato il risultato del referendum sui servizi pubblici locali del giugno del 2011''. Poi una nota congiunta con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris (che vanta l'assessorato per i beni comuni), spiega che "la regione Puglia e il Comune di Napoli stanno dimostrando di essere la punta più avanzata in Europa della battaglia a difesa dei beni comuni". Per questo, continua la nota "manterranno alta la vigilanza rispetto alla piena attuazione della volontà referendaria e contrasteranno gli eventuali tentativi di privatizzazione forzata tesi a negare i diritti fondamentali dei cittadini garantiti dalla Costituzione, ma chiedono soprattutto al Parlamento di rispettare la volontà della Corte circa l'annullamento dell'art.4 della legge 148 del 2011".
Alemanno: la Consulta non boccia la vendita di Acea - ''La sentenza della Corte Costituzionale libera gli enti locali da vincoli rigidi nei processi di privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici locali, ma non rende affatto illegittima la nostra delibera sulla costituzione della holding e la vendita del 21% di Acea''. Lo ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.