di Agostino Spatato
Ora che il tempo del governo dei “tecnici” è scaduto e Mario
Monti parrebbe orientato a candidarsi alla guida di una concentrazione
centrista si potranno comprendere meglio il senso e il fine del cosiddetto
“governo apolitico”.
Ovviamente, ognuno è libero di fare le scelte che vuole,
purché si esca dall’equivoco della soluzione tecnica, mai esistita, e che, in
ogni caso, non ha prodotto i risultati promessi e/o attesi. Anzi! In questi
tredici mesi, il debito pubblico e la disoccupazione sono cresciuti, mentre il risanamento
è stato fatto a senso unico, in pratica a spese dei ceti medi e meno abbienti.
Comunque, di là degli esiti di questa esperienza, la probabile
candidatura di Monti potrà aiutare a fare chiarezza, a sfatare il mito
dell’apoliticità degli uomini, dei governi e, soprattutto, a ripristinare la
corretta dialettica politica e parlamentare e il normale esercizio democratico
del governo del Paese, di fatto “sospesi” durante l’ultimo anno.
Ciò detto, passiamo ad altro. Poiché, il nostro intento non
è quello di occuparci della sorte personale dell’insigne professore, quanto dei
problemi e delle polemiche che il suo governo “apolitico” ha ingenerato e posto al centro del dibattito in
corso e che, ancor più, lo saranno durante l’imminente campagna elettorale.
1 commento:
caro onorevole lei sa bene dei guadagni dei politici.Lo sa' molto bene. destra, sinistra o centro, purtroppo nessuno e' più credibile. la realta e' che noi giovani avremo un futuro molto grigio, per negligenza di voi politici, di tutto..........
arrivederci
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