Prendiamo atto della disponibilità dell'assessore Vancheri a restituire parte della sua indennità, come prendiamo atto del rispetto dell'impegno da parte dei deputati regionali grillini a devolvere il 70% del loro stipendio in favore del microcredito. Sono entrambe disponibilità importanti che vanno nel senso auspicato dai cittadini: la riduzione dei costi della politica e, soprattutto, degli stipendi di deputati ed assessori, oggi assolutamente sproporzionati rispetto al momento di crisi che l'intero Paese, ma soprattutto la Sicilia, vive.

Forse però il tema su cui discutere dovrebbe essere leggermente diverso, e sostanzialmente differente: i cittadini chiedono alla politica non di rinunciare solo ai propri privilegi, ma soprattutto di ritornare ad essere un punto di riferimento per la soluzione degli innumerevoli problemi che affliggono questa terra. Insomma i cittadini chiedono alla politica di fare il proprio dovere, ed ai politici di occuparsi meno di queste sciocchezze e molto più di trovare soluzioni alle tante vertenze proposte dal territorio.
Il problema vero che ha determinato questo enorme distacco tra cittadini e politica, e che di conseguenza ha animato i sentimenti dell'antipolitica, riduzione degli stipendi inclusa, è che non si ha più la percezione di eletti che lavorano nell'interesse degli elettori, quanto di ua casta autoreferenziale che ha come unico obbiettivo sopravvivere a se stessa, autoperpetuarsi ed impedire che estranei si infiltrino al proprio interno; una sorta di circolo ristretto, come dimostrano anche le candidature di questi giorni, all'interno del quale sei membro oppure difficilmente puoi diventarlo, come accadeva una volta, con il semplice lavoro sul territorio ed il contato diretto con l'elettorato.
Il vero grido di dolore di ciascun cittadino è rivolto all'assenza della politica, quella vera, e non al suo costo, la mercimonio delle candidature e del sottogoverno, e non alle indennità che ne conseguonoDate ai cittadini esempi di buona politica, di dedizione alle cause, di presenza e di coerenza e vedrete che nessuno si lamenterà di elargire ai parlamentari, o agli assessori, stipendi dignitosi ed adatti a interpretare al meglio il proprio ruolo.
Altrimenti il rischio è che al riduzione degli stipendi sia una sorta di giustificazione rispetto alla mancanza di risultati concreti, alla mediocrità imperante, all'assenza di qualsiasi forma di meritocrazia nella selezione della classe dirigente. date ai cittadini politici seri, onesti e capaci e vedrete che gli importi degli stipendi torneranno ad essere l'ultimo dei problemi, piuttosto che il centro di un dibattito politico squallido e distante dalla realtà vera.