MILANO - Troppo dipendenti dai turisti in arrivo dai paesi occidentali, in particolare dalla Germania che copre oltre un terzo delle presenze totali. Troppa stagionalità, con 15 regioni che coprono oltre il 50 per cento delle presenze nei tre mesi estivi. Troppa concentrazione nel centro nord: il Meridione, che pure avrebbe una vocazione naturalmente turistica, copre soltanto il 20 per cento del fatturato complessivo del settore. Approccio fallimentare verso i paesi emergenti: la Cina è soltanto al nono posto per arrivi in Italia, nonostante da due anni a questa parte sia diventato il primo paese al mondo nella spesa per i viaggi all'estero. Scarsa presenza nelle classifiche internazionali per turismo business e congressuale. Ci salviamo solo per un aspetto: siamo al primo posto nel mondo sul tema del cibo, dove superiamo Francia e Giappone nel ranking internazionale legato agli interessi enogastronomici.
questo blog è un piccolo spazio dove percepisci alcuni momenti della vita quotidiana di un piccolo borgo, di una comunità di viventi che crede ancora di essere... che vive, che soffre e lotta per la sua identità e le sue tradizioni
lunedì 20 aprile 2015
venerdì 17 aprile 2015
#GIOVANINFESTA2015 a Realmonte
ECCOVI lo Spot Giovaninfesta 2015 a cura del Centro per i Giovani dell'Arcidiocesi di Agrigento. Raduno giovanile diocesano che si svolge tradizionalmente il 1° Maggio. Giornata di incontro tra i giovani ed il Vescovo che conta più di 5000 presenze. Testimonianze, spettacolo, animazione, preghiera, fede, incontri.
martedì 7 aprile 2015
Venerdì Santo - canto dell'Ah,, sì versate lacrime!
canto eseguito dalla Banda Musicale di Joppolo Giancaxio e dal Coro Magnificat di Agrigento
domenica 5 aprile 2015
Venerdì Santo, don Franco ci ricorda nella sua omelia ad Agrigento
Venerdì Santo, Don Franco usa parole forti: "Non inquinate Agrigento"
Don Franco nel suo discorso ha usato parole forti, ricordando anche gli ultimi scandali che hanno colpito Agrigento. Povertà a malaffare, ma anche politica e immigrazione, l'arcivescovo di Agrigento ha mosso l'orgoglio del migliaio di agrigentini che lo hanno ascoltato
Federica Barbadoro 4 Aprile 2015
Storie Correlate
Si è mossa a piccoli passi la processione serale del venerdì Santo. Agrigento si è stretta in preghiera accompagnando il simulacro della Madonna Addolorata e l'urna di Gesù. Ad affacciarsi dalla chiesa San Domenico, per il consueto abbracci ai fedeli, don Franco che nel suo discorso ha usato parole forti, ricordando anche gli ultimi scandali che hanno colpito Agrigento. Povertà a malaffare, ma anche politica e immigrazione: l'arcivescovo di Agrigento ha mosso l'orgoglio del migliaio di agrigentini che lo hanno ascoltato.
Il testo integrale del discorso di don Franco
Gesù, «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28),
questa sera, accompagnandoti con la mia gente per le strade della nostra Agrigento, ho ripensato alle parole di Paolo che di te afferma che, da ricco, ti sei fatto povero per noi, perché noi divenissimo ricchi per mezzo della tua povertà (cfr 2Cor 8,9). Tu sai perciò cosa significa essere povero, per questo ti parlo sapendo che mi comprendi. Questo nostro tempo, Gesù, è tempo di povertà e di miseria: anche qui, nella mia terra agrigentina, ci sono molte madri e padri di famiglia che, scippati della loro speranza, sono precipitati in una crisi, che non è solo economica ma, come dice il Papa, è anche umana e umanitaria (cfr Evangelii gaudium, 55), cadendo in una disperazione spesso silenziosamente assordante; anche qui da noi, il primato del guadagno e la corsa all’accumulo scalza quello del lavoro, che invece garantisce pane e libertà, onore e dignità; anche qui ci si sente strozzati da una politica della quale si stenta a percepire il suo interesse per il bene di tutti: immobilista su problemi di vecchia data, è capace di correre veloce quando deve occuparsi di interessi di parte; qui, siamo colpiti dal vampirismo della mafia che, continuo a ribadirlo, non può andare d’accordo con il Vangelo e la devozione ai santi; anche qui, la viscida corruzione, rischia di riempire di sgradevole odore l’aria di questo territorio, inquinandolo con le velenose esalazioni della sua putrefazione; qui, come non ci si preoccupa di salvare le apparenze, così non fa problema percorrere le vie della disonestà: penso alla “carica delle 104”, punta dell’iceberg di un sistema di corrotti e corruttori?!
questa sera, accompagnandoti con la mia gente per le strade della nostra Agrigento, ho ripensato alle parole di Paolo che di te afferma che, da ricco, ti sei fatto povero per noi, perché noi divenissimo ricchi per mezzo della tua povertà (cfr 2Cor 8,9). Tu sai perciò cosa significa essere povero, per questo ti parlo sapendo che mi comprendi. Questo nostro tempo, Gesù, è tempo di povertà e di miseria: anche qui, nella mia terra agrigentina, ci sono molte madri e padri di famiglia che, scippati della loro speranza, sono precipitati in una crisi, che non è solo economica ma, come dice il Papa, è anche umana e umanitaria (cfr Evangelii gaudium, 55), cadendo in una disperazione spesso silenziosamente assordante; anche qui da noi, il primato del guadagno e la corsa all’accumulo scalza quello del lavoro, che invece garantisce pane e libertà, onore e dignità; anche qui ci si sente strozzati da una politica della quale si stenta a percepire il suo interesse per il bene di tutti: immobilista su problemi di vecchia data, è capace di correre veloce quando deve occuparsi di interessi di parte; qui, siamo colpiti dal vampirismo della mafia che, continuo a ribadirlo, non può andare d’accordo con il Vangelo e la devozione ai santi; anche qui, la viscida corruzione, rischia di riempire di sgradevole odore l’aria di questo territorio, inquinandolo con le velenose esalazioni della sua putrefazione; qui, come non ci si preoccupa di salvare le apparenze, così non fa problema percorrere le vie della disonestà: penso alla “carica delle 104”, punta dell’iceberg di un sistema di corrotti e corruttori?!
venerdì 3 aprile 2015
giovedì 2 aprile 2015
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