giovedì 9 ottobre 2014

"C'è una forma di consapevolezza dopo la morte"

Gli scienziati britannici hanno analizzato migliaia casi di arresto cardiaco: il 40% dei sopravvissuti avevano "ricordi" nei minuti in cui erano clinicamente morti "


C'è una forma di consapevolezza dopo la morte"LONDRA - Da sempre si cerca la prova della vita oltre la morte. L'Università di Southampton ha affrontato in modo scientifico questa possibilità scoprendo che una qualche forma di "consapevolezza" può continuare anche dopo che il cervello ha cessato di funzionare del tutto. Si tratta di una teoria controversa che fino ad ora ha sollevato molto scetticismo, ricorda il Daily Telegraph. Ma gli scienziati inglesi hanno passato gli ultimi quattro anni esaminando più di 2000 casi di persone che avevano sofferto un arresto cardiaco in 15 ospedali in Gran Bretagna, Usa e Austria, e ottenuto risultati molto interessanti. E' emerso che circa il 40% dei sopravvissuti avevano "ricordi" di quella esperienza nei minuti in cui erano clinicamente morti. Un 57enne di Southampton ha detto di aver vissuto una sorta di esperienza extracorporea, e di aver assistito alle azioni dei medici che cercavano di rianimarlo. "Sappiamo che il cervello non può funzionare quando il cuore smette di battere - ha detto Sam Parnia, ricercatore che ha guidato lo studio - Ma in questo caso la consapevolezza cosciente sembra essere rimasta attiva fino a tre minuti dopo che il cuore non funzionava più, anche se il cervello di solito "si spegne" dopo 20-30 secondi da quando il cuore si ferma". Sebbene molti dei sopravvissuti intervistati non ricordino dettagli specifici, ci sono comunque una serie di temi ricorrenti. Uno su cinque afferma di aver provato un grande senso di serenità mentre circa un terzo ha percepito una accelerazione o un rallentamento nello scorrere del tempo. Altri reputano di aver visto una forte luce o un sole che splendeva. Mentre per certi le sensazioni erano negative, simili all'annegamento o all'essere trascinati sott'acqua. Secondo Parnia, potrebbero essere molti di più i casi di esperienze dopo la morte ma molti non le ricordano a causa dei danni al cervello o ai sedativi che sono stati somministrati. La ricerca dell'Università di Southampton ha suscitato molto interesse in un settore che coinvolge diversi studiosi. "Ci sono alcune prove molto importanti in base alle quali queste esperienze sono veramente accadute dopo che le persone erano clinicamente morte", ha detto lo psicologo David Wilde, della Nottingham Trent University. Per Wilde ancora non è possibile dire cosa esattamente accade in quei momenti ma la "lente" della scienza sta indagando sempre più in profondità.

Nessun commento: